Come colei
che ha già vissuto
tante vite,
nel riserbo delle ombre della sera
all’accoglienza
apri le tue braccia,
vetusto porto di arrivo
e di partenza,
rifugio di contraddizioni,
dagli odori di cucina e delle spezie,
di sudore e di salsedine
e ostichezza dei profili delle case.
C’è sempre il mare di mezzo,
avvezzo agli accenti
differenti della gente,
e alle zavorre disperse
al momento dello stacco.
Hai già vissuto tante vite
madre,
ma non la mia,
che è diversa dalla tua.
*
"Questa era la storia di Marsiglia. La sua eternità. Un'utopia. L'unica utopia del mondo. Un luogo dove chiunque, di qualsiasi colore, poteva scendere da una barca o da un treno, con la valigia in mano, senza un soldo in tasca, e mescolarsi al flusso degli altri. Una città dove, appena posato il piede a terra, quella persona poteva dire: «Ci sono. È casa mia»" [Jean-Claude Izzo]
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