venerdì 11 settembre 2020

Sono la terra che aspetta


Piove.
Andante moderato,
battere e levare
su scivolosa tela impermeabile
di finta indifferenza.

Manici ricurvi,
genuflessi
- gli ombrelli.

Respiro.
I raggi del sole settembrino
mi asciugano le ossa:
sono la terra che aspetta.


✍📖

"... ma tu di bacche brillerai nel lutto
del grigio inverno; al rifiorir dell'anno
i fiori nuovi a qualche vizzo frutto
sorrideranno:

e te, col tempo, stupirà cresciuta
quella che all'alba svolta già leggiera
col suo stornello, e risalirà muta,
forse, una sera."

[G. Pascoli]





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